Vista da lontano sembra una scultura marmorea, scolpita su un pezzo unico. Ma da vicino appare in tutta la sua fascinosa complessitá, ricca di dettagli. Tanti tasselli ognuno con un senso preciso, nessuno sistemato a caso.
Cosí vede la donna, Antonella Bentivoglio D’Afflitto, consulente di strategie di marketing e comunicazione. Ideatrice e fondatrice di The Kitchen, un laboratorio, anzi cucina, di idee per le aziende e per il business. Amante della matericitá dei tessuti, della ricerca estetica e della buona fattura crea il Presidio Slow Fashion, un contenitore di temporary event che promuovono brand di nicchia. Luoghi suggestivi dove stiliste, artigiane, sarte a KM 0 (dalle produzioni limitate, per necessitá o per scelta) hanno la possibilitá di farsi conoscere e fare della vendita/acquisto dei prodotti, esperienze plurisensoriali.
Nome
Antonella
Cognome
Bentivoglio D’Afflitto. Dove Bentivoglio é il cognome di mio marito. Lo porto con grande gioia, perché sposarmi é stata la scelta migliore che potessi fare.
Fascia d’etá
Ho 46 anni.
Nazionalitá
Italiana.
Citta’ dove vivi
Torino, ma sono di origine napoletana.
Stato civile
Sposata.
La cosa che piú ti piace della tua vita
Il mio quotidiano, la mia famiglia, la mia vita in generale, dal cucinare allo stendere sul balcone.
E quella che vorresti cambiare?
Avere piú tempo da dedicare ad altro che non sia solo lavoro. E´che mi piace troppo, é la mia passione. E´talmente bello che diventa totalizzante. Meno male che mio marito é pubblicitario, cosí parliamo la stessa lingua.
Il tuo mantra quando ti alzi la mattina
E anche oggi, spero di farcela.
E quello della sera
Ricordati di bagnare le piante.
In poche parole, come vivi l’essere donna?
La donna e’ con la gonna, sempre. Credo nella femminilitá.
Qual e’ stato il tuo percorso professionale?
Ho studiato scenografia e comunicazione. Ho ideato e fondato con altri quattro soci il Salone del Libro di Torino, dove ho lavorato fino a quando non sono approdata a Seat Pagine Gialle. Lí, mi sono occupata di trade marketing, incentive e, successivamente, di eventi nazionali e internazionali. Appoggiata da un A.D che credeva molto nella comunicazione, ho avuto la possibilitá di fare una grande esperienza sul territorio, gestendo una rete di agenti di 2000 persone e arrivando ad avere contatti con 670.000 clienti. Perché il marketing lo si fa per strada, non seduti alla scrivania.
Lavorando in azienda ho capito quanto il confronto, la contaminazione siano alla base di un business efficiente. Interagire con chi fa un mestiere diverso dal tuo, apre la mente, porta nuovi stimoli e, di conseguenza, intuizioni. Ho imparato che il lavoro é un processo crescita personale e professionale ma non nel senso di far carriera, di ambire al livello o all’aumento di stipendio.
Per questo motivo, nel 2007, nonostante le gratificazioni ricevute, ho dato le dimissioni e sono diventata consulente. In questa veste, esterna, mi sento piú libera, piú aperta e ricettiva. Volevo anche mettere a frutto tutto ció che avevo assimilato negli anni, per aprirmi ad un’esperienza nuova, mia.
Cosí, attingendo alla mia esperienza parigina all’Unione Fiere Internazionale, alla mia capacitá di ascolto del cliente e alla mia dote di tradurre le richieste in risposte concrete, ho fondato The Kitchen. Una cucina - nel vero senso della parola perché nello spazio c’é davvero - dove elaboro strategie, ricette di comunicazione e marketing per clienti, che passano dall’omeopatia alla cosmesi, passando per la moda e gli accessori.
A latere, c'é poi PRESIDIO SLOW FASHION, concetto vicino allo Slow Food: brand selezionati, uniti in un unico concept store, dove attraverso un mix di articoli (scarpe, borse, cappelli, abiti, gioielli, essenze) – nessuno ha il suo corner – creo una suggestione, dove la vendita e l’acquisto non sono fine a se stessi ma appartengono a una storia con un’inizio e una fine.
Come vedi la donna di oggi?
Credo nella generazione della qualitá. Nel gusto. Credo che il vero lusso non sia possedere cose d’alto valore economico, ma avere il tempo di condividere spazi, impressioni, di cercare e scoprire. Vedo la donna di oggi come un puzzle con la borsa di Fendi, i bracciali di Zara, un abito vintage e le scarpe su misura, disegnate da un artigiano.
La tua aspirazione?
Ambisco a veder decollare le cose belle, a coltivare questa logica della qualitá, a fare delle esperienze, degli eventi, non mere azioni o punti di ritrovo, ma contesti appaganti a 360 gradi, casse di risonanza che generano altro valore.
E in generale, come definiresti il modus operandi femminile?
La donna ha una capacitá gestionale, imprenditoriale e organizzativa che le arrivano dalla sua natura procreatrice, di madre. La necessitá di doversi occupare di qualcuno le porta ad avere un approccio multitasking, problem solving, creativo.
Il limite e’che la componente emotiva, a volte, prende il sopravvento. E quindi, fatte le debite eccezioni, ci sono casi in cui si raggiungono picchi, ma poi, ci si perde in un bicchier d’acqua.
Dovremmo imparare a lavorare insieme, sia tra di noi che con gli uomini, che piú costanti e lineari, ci compensano.
Pensi che grazia alla sua forma mentis la donna possa salvare il mondo? E se sí, come.
Si, se inizia a parlare meno degli uomini e a concentrarsi di piú su se stessa, e tanto altro.
E tu come pensi, nel tuo piccolo o grande che sia, di influenzare positivamente ció che ti circonda? Come pensi di salvare il mondo?
Io credo di aver avuto un dono dall’universo che é quello dell’intuizione. Ancora mi meraviglio. Non dó mai niente per scontato. Mi dicono che sono una visionaria.
0 commenti:
Posta un commento